Alessandro Rapiti

L'incontro segreto

Nella notte silenziosa, un giovane leone si avvicina alla bambina. Tra paura e meraviglia nasce una promessa: la promessa di un aiuto che ancora non sa come mantenere.

La notte scese rapida sulla foresta. La capanna dove Amara era rinchiusa si immerse nell’oscurità e, fuori, le ombre degli alberi si allungarono come grandi guardiani silenziosi. Il vento faceva frusciare le foglie, e in quell’aria di mistero si udivano lontani richiami: un gufo che cantava, lo scricchiolio di rami spezzati da qualche animale, il respiro profondo della notte.

Amara si rannicchiò in un angolo, abbracciando le ginocchia. Era stanca di piangere, ma non poteva smettere di tremare. — Mamma… Papà… dove siete? — sussurrò piano, con un filo di voce.

Fu allora che sentì un rumore diverso. Non passi pesanti come quelli degli uomini, ma un passo morbido, felpato, che si avvicinava piano piano. Un fruscio tra l’erba. Un’ombra che si muoveva con eleganza.

Amara trattenne il respiro, gli occhi sgranati. Poi, dalla penombra, apparvero due occhi luminosi, color oro fuso. Erano occhi che non aveva mai visto prima, occhi che brillavano come due piccole lune.

Dall’oscurità emerse un giovane leone. La sua criniera era corta e morbida, le zampe forti ma ancora acerbe, e lo sguardo… lo sguardo non era feroce, ma curioso.

Amara si irrigidì: sapeva che i leoni erano i re della foresta, potenti e terribili. Ma quello non sembrava un mostro affamato. Si avvicinò piano, fino a che il suo muso non fu vicino alla fessura della capanna.

E, come in un sogno, parlò. — Perché piangi, piccola? — chiese con voce profonda ma gentile.

Amara spalancò la bocca: un leone che parlava! Credeva fosse frutto della sua immaginazione, eppure quelle parole erano vere, calde come un soffio di vento sul viso. — Mi hanno portata via… — rispose tra i singhiozzi. — Mi hanno chiusa qui… non vedrò più la mia famiglia.

Il leone inclinò la testa, come se riflettesse. Non aveva mai parlato con un essere umano. Nella sua mente, gli uomini erano sempre stati visti come pericolosi e crudeli. Così gli avevano insegnato suo padre e sua madre, e così aveva sempre creduto. Ma quella bambina non sembrava cattiva. Era fragile, smarrita, con gli occhi pieni di lacrime.

— Io… io ti aiuterò — mormorò infine, quasi sorpreso dalle sue stesse parole.

Amara lo guardò stupita, con un barlume di speranza nel cuore. Per un attimo, dimenticò la paura. — Lo prometti? — chiese con voce tremante.

Il giovane leone fece un passo indietro, alzò lo sguardo verso la luna e poi tornò a fissarla negli occhi. — Lo prometto — disse con decisione.

Poi un fruscio improvviso lo fece sobbalzare: erano i passi dei rapitori che tornavano verso la capanna. Il leone si irrigidì, il cuore che gli batteva forte. Con uno scatto veloce, scomparve tra gli alberi, inghiottito dal buio della foresta.

Amara restò lì, con il cuore che le martellava nel petto. Non sapeva se fosse stato un sogno o realtà, ma dentro di sé qualcosa era cambiato. Per la prima volta da quando era stata rapita, sentiva che non era più sola. Da qualche parte, là fuori, c’era un giovane leone che aveva promesso di tornare.

L'incontro segreto